Il titolo può sembrare assurdo o esagerato ma è proprio così. La Federazione anti pirateria audiovisiva (Fapav) insieme alla SIAE ha citato in giudizio alcuni utenti per aver scaricato illegalmente delle opere protette da copyright. Fino a qui niente di strano se non fosse che i dati sugli utenti sono stati raccolti in maniera illegale. La Fapav ha infatti inserito delle "esche" nei circuiti P2P in grado di tracciare l'indirizzo ip dell'utente. Queste esche sono dei trojan cioè dei programmi illegali, quindi anche chi combatte la pirateria usa la stessa arma.
L'indirizzo ip naturalmente da solo non identifica l'utente, per questo hanno chiesto al giudice di imporre a Telecom la comunicazione di questi dati al fine di denunciare i pirati.
Telecom, così come l'associazione degli internet provider, si oppone in quanto non si ritiene in alcun modo responsabile di ciò che fanno gli utenti con il servizio che loro erogano.
La Fapav, per sua stessa ammissione, ha chiaramente violato la privacy di migliai di persone se non addirittura violato la legge. Vedremo il tribunale di Roma cosa deciderà.
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