Wikileaks è un sito attivo dal 2007 che permette la pubblicazione di documenti riservati o comunque coperti dall'anonimato. Adesso ha bisogno di seicentomila dollari per continuare a vivere.
Per continuare a mantenere in attività il sito è nata l'idea di trasformare l'Islanda in una sorta di paese off-shore dell'informazione: un vero e proprio paradiso della libera informazione. Per fare questo chiede al governo dell'isola l'adozione di alcune leggi già presenti in altri stati.
"Pensiamo di prendere le leggi a protezion e delle fonti dalla Svezia... il Primo Emendamento dagli Stati Uniti e le norme per la protezione dei giornalisti esistenti in Belgio", ha spiegato Daniel Schmitt, portavoce di WikiLeaks al Chaos Communication Congress che si è tenuto la settimana scorsa a Berlino.
La scelta è ricaduta sull'Islanda perché con la crisi economica sono fallite le principali banche del paese e l'economia è allo sbando. Questa nuova normativa potrebbe attrarre stranieri come qualsiasi paradiso offshore, anche se questo non sarà di tipo finanziario.
domenica 17 gennaio 2010
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